Da Prelibatezze
Funghi porcini XX settembre
Hemingway spiegava quanto fosse educativo
mantenere le promesse che si fanno da ubriachi. Noi non eravamo certo ubriachi,
ma in quel tirare a far tardi quanto meno spensierati sì. Era una serata
piovosa, l’avevamo inaugurata in una trattoria del Ticinese, e conclusa in
un’osteria nello stesso quartiere che dava sui Navigli. Eravamo in sei,
abbozzavamo possibili progetti da realizzare il giorno dopo, che era festivo;
parlammo anche di natura, di aria pulita, quella cioè che manca a Milano, e
così Giovanna ebbe la malaugurata idea di proporre “dai, domani si va a funghi.
Conosco un posto a un’ora da Milano che è una meraviglia”. E anziché
censurarla, complice il vino, accettammo convinti, così che qualcun altro fece
la perfida proposta “chi si sveglia per primo chiama gli altri” trovando tutti
d’accordo. Ma se la sera è facile sentirsi esuberanti, non sempre la mattina ci
si sveglia tali, soprattutto se dopo poche ore di sonno. Una volta a casa,
quando ero ormai a letto spensi la luce pensai, tradendo il patto appena
sottoscritto, che sicuramente se mi fossi svegliato per primo, mi sarei
guardato bene di prendere in mano il telefono; mi sarei invece voltato
dall’altra parte per continuare a dormire. Poi con quella pioggia che batteva
sui vetri, nel confortevole letto della mia mansarda… Mi svegliai presto,
preoccupato dall’idea che qualcuno dei miei amici potesse avere avuto l’insana
idea di onorare l’accordo stipulato la sera prima. Erano le sette, e mi tornò in
mente Hemingway in merito alle promesse da mantenere... Mi riaddormentai, ma
alle 7 e mezzo aprii gli occhi per controllar l’orario. “Dai”, mi dissi,
“tiriamo sino alle otto che poi diventa troppo tardi per andare a funghi”.
Puntualmente mi risvegliai alle otto. Non si era fatto vivo ancora nessuno.
Sicuramente tutti avevano preferito il tepore del letto all’aria fredda di un
bosco. Ripresi con tranquillità il mio sonno e già dormivo come un gatto quando il telefono cominciò a
suonare insistente, acuto, insopportabile. Risposi con un “pronto” assonnato,
scocciato e un po’ ringhioso ”Dormiglione, dai che sono già le otto e dieci”
era Giovanna, maledizione a lei! No, non potevo raccontarle che non stavo bene
o qualche altra scusa. I patti sono patti e la mia scorrettezza dimostrata
continuando a dormire non doveva avere seguito. Ci incontrammo in piazza
sant’Eustorgio. Il “luogo” dei funghi, ci disse Giovanna, era nel Piacentino,
Partimmo con due auto. Durante il tragitto non ero neppure di pessimo umore e
la situazione cominciava a divertirmi. Poi Giovanna aveva un modo di sorridere…
Il posto, la Val Tidone, era indubbiamente accogliente; colli che procedendo
verso sud diventavano monti, profumi di muschio, di foglie secche, e il rumore
dei nostri passi creavano un’atmosfera piacevole selvatica. La mattina passò
veloce e a mezzogiorno eravamo tutti affamati come lupi. Trovammo una trattoria
dove, tra i vari piatti, proponeva le tagliatelle con i porcini. Fu un vero
piacere. L’oste ci propose una bottiglia di Gutturnio, rosso vivace che,
insieme ai piatti caldi, ci riscaldò facendoci dimenticare l’umidità dei
boschi. E i funghi raccolti? Finirono tutti in una casseruola per accompagnare,
la sera, una polenta fumante a casa di Manuela.
Ingredienti per 4 persone:
400 g di funghi porcini mondati
4 code di grossi scampi
2 grosse cappesante
1 spicchio d’aglio
2 cucchiai di prezzemolo tritato
30 g di burro
sale.
Mondo i funghi, elimino gli eventuali
residui terrosi e li strofino leggermente con un panno umido, quindi affetto i
cappelli e taglio i gambi nel senso della larghezza, a fette spesse mezzo
centimetro. Apro le cappesante, elimino la membrana sabbiosa che le avvolge, le
lavo con cura, separo le lingue rosse dalle noci bianche e taglio queste
orizzontalmente a metà.
Fondo in una casseruola il burro e vi
appassisco l’aglio schiacciato e sbucciato, dopo di che lo tolgo, aggiungo un
cucchiaio di prezzemolo e i gambi dei funghi. Dopo 3-4 minuti unisco le lingue
rosse delle cappesante, i cappelli dei porcini, salo, e lascio cuocere per 8
minuti.
Sguscio gli scampi, li privo del filo
intestinale e li taglio in due nel senso della lunghezza e li unisco ai funghi
insieme con le cappesante. Lascio cuocere un minuto, a recipiente coperto.
Spengo la fiamma, unisco il restante
prezzemolo, coperchio nuovamente e dopo un paio di minuti servo.
Porcini, molluschi e crostacei sono un abbinamento appetitosissimo. Ottimo piatto!
RispondiEliminagrazie Andrea
RispondiEliminaah però!!
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