sabato 4 gennaio 2014

Funghi porcini XX settembre


Da Prelibatezze

Funghi porcini XX settembre

Hemingway spiegava quanto fosse educativo mantenere le promesse che si fanno da ubriachi. Noi non eravamo certo ubriachi, ma in quel tirare a far tardi quanto meno spensierati sì. Era una serata piovosa, l’avevamo inaugurata in una trattoria del Ticinese, e conclusa in un’osteria nello stesso quartiere che dava sui Navigli. Eravamo in sei, abbozzavamo possibili progetti da realizzare il giorno dopo, che era festivo; parlammo anche di natura, di aria pulita, quella cioè che manca a Milano, e così Giovanna ebbe la malaugurata idea di proporre “dai, domani si va a funghi. Conosco un posto a un’ora da Milano che è una meraviglia”. E anziché censurarla, complice il vino, accettammo convinti, così che qualcun altro fece la perfida proposta “chi si sveglia per primo chiama gli altri” trovando tutti d’accordo. Ma se la sera è facile sentirsi esuberanti, non sempre la mattina ci si sveglia tali, soprattutto se dopo poche ore di sonno. Una volta a casa, quando ero ormai a letto spensi la luce pensai, tradendo il patto appena sottoscritto, che sicuramente se mi fossi svegliato per primo, mi sarei guardato bene di prendere in mano il telefono; mi sarei invece voltato dall’altra parte per continuare a dormire. Poi con quella pioggia che batteva sui vetri, nel confortevole letto della mia mansarda… Mi svegliai presto, preoccupato dall’idea che qualcuno dei miei amici potesse avere avuto l’insana idea di onorare l’accordo stipulato la sera prima. Erano le sette, e mi tornò in mente Hemingway in merito alle promesse da mantenere... Mi riaddormentai, ma alle 7 e mezzo aprii gli occhi per controllar l’orario. “Dai”, mi dissi, “tiriamo sino alle otto che poi diventa troppo tardi per andare a funghi”. Puntualmente mi risvegliai alle otto. Non si era fatto vivo ancora nessuno. Sicuramente tutti avevano preferito il tepore del letto all’aria fredda di un bosco. Ripresi con tranquillità il mio sonno  e già dormivo come un gatto quando il telefono cominciò a suonare insistente, acuto, insopportabile. Risposi con un “pronto” assonnato, scocciato e un po’ ringhioso ”Dormiglione, dai che sono già le otto e dieci” era Giovanna, maledizione a lei! No, non potevo raccontarle che non stavo bene o qualche altra scusa. I patti sono patti e la mia scorrettezza dimostrata continuando a dormire non doveva avere seguito. Ci incontrammo in piazza sant’Eustorgio. Il “luogo” dei funghi, ci disse Giovanna, era nel Piacentino, Partimmo con due auto. Durante il tragitto non ero neppure di pessimo umore e la situazione cominciava a divertirmi. Poi Giovanna aveva un modo di sorridere… Il posto, la Val Tidone, era indubbiamente accogliente; colli che procedendo verso sud diventavano monti, profumi di muschio, di foglie secche, e il rumore dei nostri passi creavano un’atmosfera piacevole selvatica. La mattina passò veloce e a mezzogiorno eravamo tutti affamati come lupi. Trovammo una trattoria dove, tra i vari piatti, proponeva le tagliatelle con i porcini. Fu un vero piacere. L’oste ci propose una bottiglia di Gutturnio, rosso vivace che, insieme ai piatti caldi, ci riscaldò facendoci dimenticare l’umidità dei boschi. E i funghi raccolti? Finirono tutti in una casseruola per accompagnare, la sera, una polenta fumante a casa di Manuela.

 Funghi porcini XX settembre


Ingredienti per 4 persone:
400 g di funghi porcini mondati
4 code di grossi scampi
2 grosse cappesante
1 spicchio d’aglio
2 cucchiai di prezzemolo tritato
30 g di burro
sale.

Mondo i funghi, elimino gli eventuali residui terrosi e li strofino leggermente con un panno umido, quindi affetto i cappelli e taglio i gambi nel senso della larghezza, a fette spesse mezzo centimetro. Apro le cappesante, elimino la membrana sabbiosa che le avvolge, le lavo con cura, separo le lingue rosse dalle noci bianche e taglio queste orizzontalmente a metà.
Fondo in una casseruola il burro e vi appassisco l’aglio schiacciato e sbucciato, dopo di che lo tolgo, aggiungo un cucchiaio di prezzemolo e i gambi dei funghi. Dopo 3-4 minuti unisco le lingue rosse delle cappesante, i cappelli dei porcini, salo, e lascio cuocere per 8 minuti.
Sguscio gli scampi, li privo del filo intestinale e li taglio in due nel senso della lunghezza e li unisco ai funghi insieme con le cappesante. Lascio cuocere un minuto, a recipiente coperto.
Spengo la fiamma, unisco il restante prezzemolo, coperchio nuovamente e dopo un paio di minuti servo.

 di Fabiano Guatteri


foto di www.semprepesce.it

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